Aurelio ha avuto, nella sua vita, due grandi amori: la pittura e l’America Latina. Il primo, quello che “non si dimentica mai”, la pittura, fu il classico colpo di fulmine ricevuto nell’adolescenza, e a questo amore Aurelio fu fedele fino alla fine della sua vita; il secondo fu un innamoramento da uomo maturo, che a poco a poco, con le vicende della Rivoluzione Cubana, di Fidel Castro e Che Guevara, riempì il suo cuore e la sua mente. Queste due grandi passioni si incrociarono per la prima volta sul finire del 1972, quando Aurelio, dopo il grande successo del murale di Valenza Po, “La via italiana al Socialismo”, si reca in Messico per conoscere di persona il grande muralista Alvaro Siqueiros. Tuttavia, il menage a trois non si consuma che dopo quindici anni, nel 1987, quando Aurelio è chiamato in Nicaragua per eseguire alcuni murali all’interno del CEMOAR. Da allora fu un pittore finalmente realizzato, perché era riuscito a concretizzare il suo sogno: fare il mestiere di muralista e lasciare la testimonianza della sua posizione ideologica, politica e mistica. La monografia “Aurelio C. in America Latina”, ripercorre il periodo tra il 1987 e il 2003 e le vicende artistiche e personali di Aurelio nei suoi viaggi in Nicaragua e Guatemala.